Quella degli organismi geneticamente modificati è una materia che va affidata ai ricercatori, che richiede rigore scientifico. La scienza non deve intimorire, tutt’altro. E l’Italia non deve essere esclusa dai circuiti internazionali della ricerca. Lo ha detto Antonio Boselli, della Giunta nazionale di Confagricoltura, intervenendo alla tavola rotonda indetta dal Dipartimento dei Sistemi Giuridici dell’Università di Milano Bicocca sul tema “Ogm: davvero contro natura?”.
Ha quindi osservato Boselli: “C’è uno stretto legame tra Ogm e sostenibilità, in termini di sicurezza alimentare, rispetto dell’ambiente, salvaguardia della salute. Parafrasando il titolo del dibattito, potremmo dire che è ‘contro natura’ limitare il dibattito sulle nuove tecnologie e sull’innovazione”.
“Università, accademie, centri di ricerca hanno sviluppato notevoli capacità nel campo dell’innovazione tecnologica applicata alla genetica – ha proseguito -. Con scoperte che attendono solo di essere messe in campo. Due esempi per tutti: il pomodoro e la mela “cisgenici” (una forma di miglioramento Ogm) consentono di contrastare efficacemente il virus del mosaico dell’uno e la ticchiolatura dell’altra”.
“I progressi della scienza sono uno dei più grandi vantaggi che ci ha consentito la transizione alla modernità – ha concluso il delegato di Confagricoltura -. Vietare in modo indiscriminato la ricerca sugli Ogm è un danno alle generazioni future”.