Donazzolo: “A Sedico e Santa Giustina prati e campi di mais devastati da cinghiali e cervi. Serve una svolta nella gestione della fauna selvatica per l’area montana o nessuno seminerà più”
Potranno arrivare anche al 90 per cento le perdite di raccolto nella zona di Sedico e Santa Giustina dopo le incursioni dei cinghiali e dei cervi avvenute nei giorni scorsi, che hanno distrutto le coltivazioni agricole di soia e mais. Confagricoltura Belluno esprime preoccupazione per un fenomeno ormai fuori controllo, che mina l’economia del territorio.
“I cinghiali a Santa Giustina e i cervi a Sedico stanno devastando intere coltivazioni di mais e soia, con perdita quasi totale della produzione – denuncia Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Il nostro associato Francesco Compostella, di Sedico, riuscirà a raccogliere poco perché cervi e cinghiali hanno distrutto gran parte del raccolto. È disperato, una stagione di lavoro buttata al vento. Da anni denunciamo la proliferazione degli animali, ma la situazione continua a peggiorare e i nostri agricoltori sono esasperati. Serve una svolta nella gestione degli animali selvatici nelle aree montane, o l’economia montana rischierà di andare a rotoli. Ci sarà chi non seminerà più, ci troveremo con il territorio abbandonato e l’invasione delle zecche. Il problema va affrontato a livello politico e dalle associazioni di categoria, compresa quella dei cacciatori, e lo diciamo senza vergognarci, con tutto il rispetto per gli animalisti, perché quella a cui assistiamo è un’invasione senza precedenti. Se la gente non lavorerà più, sarà difficile uscire dalla crisi. Il ministero dell’ambiente, poco legato a logiche economiche, ha fatto disastri. La Regione sta affrontando il problema con il piano faunistico-venatorio, ma finché esisteranno norme nazionali restrittive sarà difficile che riesca ad avere libertà di azione. Lo abbiamo visto anche nella vicenda dei proiettili di gomma contro il lupo, quando il ministro Sergio Costa si è detto contrario”.
È desolato Francesco Compostella, che coltiva a Sedico 70 ettari a mais e 10 ettari a soia: “Da anni i miei raccolti vengono devastati dai cervi e dai cinghiali. Sono soprattutto i cervi, che irrompono a decine, a mangiare tutte le pannocchie del mais, mentre i cinghiali preferiscono il mais. Per ora ho perso il 40 per cento, ma a fine stagione arriverò ad arrivare a perdere anche l’80-90 per cento del raccolto. Mi dicono di recintare, ma come faccio a chiudere tutto? Il cervo fa un salto di 2 metri, dovrei erigere barriere altissime. Sono demoralizzato. Vivo di reddito agricolo, ma vedo vanificato il frutto del mio lavoro. I risarcimenti arrivano anni dopo e coprono una piccola parte. Voglio farmi portavoce anche di tanti allevatori nella zona dolomitica, dall’Ampezzano al Cadorino, dallo Zoldano al Comelico, che stanno subendo danni gravissimi a causa del lupo. Anche loro, come noi, rischiano di dover chiudere l’attività”.