Per il direttore Bassani: “Non è con il taglio agli incentivi che si promuovono le fonti di energia alternative e rinnovabili!”
L’Italia, come noto, ha un’elevata dipendenza dall’estero nelle importazioni di combustibili fossili (gas, carbone, petrolio) e ciò comporta un esborso molto pesante per il nostro Paese. Inoltre, la Commissione europea prevede che l’Italia raggiunga entro il 2020 una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20% e che il 17% del fabbisogno totale italiano di energia derivi da fonti rinnovabili. L’Italia ha incentivato la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma ora questi aiuti sembrerebbero a rischio mettendo in grande difficoltà chi ci ha creduto come gli agricoltori.
“L’Italia, da dati Eurostat, dipende energeticamente per oltre il 77% dalle importazioni estere”, afferma il Direttore di Confagricoltura Veneto Luigi Bassani.
Siamo il settimo Paese dell’Unione europea per importazione dietro Malta, Lussemburgo, Cipro, Irlanda, Belgio e Lituania. L’Italia è anche tra i maggiori consumatori di energia dietro Germania, Francia e Gran Bretagna.
E’ evidente che l’’Italia deve attivare dei processi virtuosi, da un lato con politiche incentivanti per i lavori di efficientamento energetico, dall’altra con incentivi fiscali relativi all’acquisto e la posa in opera d’impianti a energia rinnovabile.
Sul fronte della produzione delle energie rinnovabili l’agricoltura sta facendo la sua parte avendo investito e creduto in questo settore. Si pensi alla produzione di energia elettrica con pannelli solari sui tetti delle aziende agricole sia per autoconsumo, sia per la messa in rete, alle biomasse anche con la produzione di essenze a rapido accrescimento, alla produzione di biogas e biodiesel, etc.
Purtroppo la “Politica” italiana sulle energie rinnovabili è spesso contraddittoria. Nel Veneto gli agricoltori che hanno investito nella produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili sono molto scoraggiati poiché le defiscalizzazioni, e gli incentivi promessi, si sono fatti sempre più evanescenti e la normativa che disciplina il settore non è chiara.
Ad esempio, a due mesi dall’entrata in vigore della nuova tariffa incentivante che sarà applicata dal 1 gennaio 2016 per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, i produttori non sanno ancora nulla delle nuove convenzioni e delle condizioni che dovranno stipulare con il GSE. Non è con il taglio agli incentivi che si promuovono le fonti di energia alternative e rinnovabili!