Ma sul commercio internazionale pesano le tensioni Stati Uniti – Cina
La Commissione UE ha presentato al Consiglio la proposta di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.
A riguardo, il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha dichiarato: “La Federazione Russa utilizza i prodotti agricoli come un’arma. Le vendite di grano russo all’estero ammontano ormai a 50 milioni di tonnellate, che corrispondono al 25% delle esportazioni su scala globale. Alla luce di queste cifre, le decisioni assunte a Mosca possono avere un effetto fortemente destabilizzante. Quindi, dobbiamo tutelarci”.
L’andamento e le prospettive del mercato mondiale delle commodities agricole risentono anche della competizione geopolitica ed economica tra Stati Uniti e Cina. All’inizio del 2020 fu sottoscritto un accordo bilaterale con cui la Cina assunse l’impegno di aumentare le importazioni di prodotti agricoli Usa per un ammontare di 200 miliardi di dollari in due anni. L’export di mais USA sul mercato cinese salì fino a 17 milioni di tonnellate. L’intesa non è stata rinnovata e attualmente, sulla base degli ultimi dati diffusi dal dipartimento di Stato all’Agricoltura (USDA), le vendite si sono ridotte a 1,7 milioni di tonnellate.
Le autorità di Pechino hanno deciso di dirottare gli acquisti verso il Brasile che fa parte dei BRICS, il gruppo delle economie emergenti a cui aderiscono, tra gli altri, Federazione Russa, India e Sud Africa, oltre alla stessa Cina. In dettaglio, più del 30% delle esportazioni di mais del Brasile sono state destinate lo scorso anno al mercato cinese. Una situazione sostanzialmente analoga si è registrata per gli acquisti di soia. La perdita del mercato cinese è stata compensata con un forte aumento – oltre il 30% – delle esportazioni USA verso l’Unione europea.
A seguito dell’aggressione russa all’Ucraina e delle tensioni in Medio Oriente, l’ordine globale si è deteriorato. L’andamento del commercio internazionale è influenzato in misura crescente dagli interessi geopolitici piuttosto che dalle convenienze economiche.
Il 26 marzo il Consiglio Agricoltura della UE ha approvato le proposte di riforma della PAC presentate dalla Commissione per dare una concreta risposta alle proteste degli agricoltori. Il progetto legislativo dell’Esecutivo prevede modifiche positive nell’ottica della semplificazione burocratica, ma resta sullo sfondo l’assoluta inadeguatezza della PAC rispetto alle condizioni di instabilità sullo scenario internazionale.
Restano aperte le questioni legate alla stabilità dei mercati, all’aumento del bilancio agricolo, alla tutela del potenziale produttivo e del reddito degli agricoltori. E ancora: la diffusione delle innovazioni tecnologiche per una maggiore sostenibilità ambientale e la gestione del rischio in funzione del cambiamento climatico. Serve, insomma, ed è urgente, la messa a punto di una nuova strategia per l’agricoltura e per il sistema agroalimentare. E’ questa la priorità da affrontare subito dopo le elezioni al Parlamento europeo e l’insediamento della nuova Commissione.