UN COMPARTO DINAMICO TRAINATO DA GIOVANI

Gli sforzi della filiera italiana della canapa industriale, che coltiva le sole varietà ammesse a livello europeo, quelle a basso contenuto di THC volte a valorizzare tutte le parti della pianta (semi, fibre e infiorescenze), vengono vanificati dall’approvazione dell’emendamento al Ddl Sicurezza nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera.

Così Confagricoltura, che già nelle scorse settimane aveva espresso preoccupazione per la proposta di emendamento che vieta la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa a basso contenuto di THC.

L’approvazione dell’emendamento penalizza un comparto solido in Italia, che vede una forte presenza di imprese giovanili che ora rischiano di perdere competitività in un mercato internazionale dinamico. Paesi come Germania, Austria, Spagna, Belgio, Estonia, Francia, ad esempio, stanno investendo in maniera importante sulla canapa nella filiera alimentare (semi/proteine), in quella tessile (fibra) e da costruzione (canapulo). L’approvazione dell’emendamento rappresenta quindi un duro colpo al Made in Italy agroindustriale, peraltro in un momento in cui gli imprenditori hanno avviato le nuove produzioni o programmato investimenti importanti.