La Bcaa 6 è stata rivista più volte fino a cambiare denominazione in “Copertura minima del suolo per evitare di lasciare nudo il suolo nei periodi più sensibili, quale determinata dagli Stati membri”. L’Italia ha recepito la Bcaa 6, che si applica alle superfici a seminativo e le colture permanenti (frutteti e vigneti) che si traduce con l’obbligo di mettere in atto almeno una tra le seguenti pratiche:

– mantenere la copertura vegetale, naturale (inerbimento spontaneo) per 60 giorni consecutivi nell’intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo. Traducendo si può effettuare una coltura di copertura (cover crop) di almeno 60 giorni durante il periodo 15 settembre – 15 maggio, oppure fare il rinvio dell’aratura al 15 novembre, così da mantenere i residui della coltura precedente per 60 giorni, dal 15 settembre al 14 novembre;

– lasciare in campo i residui della coltura precedente (es. stoppie, stocchi di mais, girasole, sorgo) per 60 giorni consecutivi nel periodo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo, fatta salva l’esecuzione delle fasce tagliafuoco. Ai fini del rispetto della norma sono ammesse le sole lavorazioni che non alterino la copertura vegetale del terreno o che mantengano sul terreno i residui della coltura precedente (per esempio discissura, rippatura, iniezione o distribuzione degli effluenti non palabili con tecniche basso emissive).

La soluzione più semplice è l’assenza di lavorazioni, magari nei mesi di gennaio e febbraio, lasciando libero il terreno di inerbirsi spontaneamente, anche dopo l’aratura o altra lavorazione del terreno, dove le condizioni consentiranno la crescita di pochi ciuffi d’erba, assolve il rispetto della BCAA6.