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Le proposte di Confagricoltura

In vista dei prossimi incontri del Comitato Speciale Agricoltura (CSA) della Commissione europea, la Direzione Generale delle politiche internazionali e dell’Unione europea ha tenuto una riunione tecnica con le rappresentanze associative dei settori dei bovini da carne, della carne ovicaprina e della carne suina, al fine di recepire le richieste dei rappresentanti delle imprese dei settori in merito alle posizioni e alle richieste che il Ministero porterà in tali incontri.

Confagricoltura ha espresso, per tutti e tre i settori, la necessità di prevedere il mantenimento del budget e l’attivazione dei Fondi europei per coprire i danni indiretti causati dalle epizoozie, a partire dalla PSA, e, quindi, contemplate tra le misure di salvaguardia delle imprese zootecniche visto l’avanzamento delle nuove malattie legate anche al cambiamento del clima.

Parallelamente, restano da agevolare le misure di gestione del rischio e delle forme assicurative legate alle malattie animali. Mutuata altresì la richiesta di favorire l’apertura di nuovi mercati tramite gli accordi bilaterali con adeguate misure di promozione dei prodotti all’estero, favorendo la produzione evitando provvedimenti troppo restrittivi legati a tematiche di sostenibilità (i.e. Regolamento sulla deforestazione; Regolamento sul benessere animale durante il trasporto).

Nel dettaglio per comparto:

-Per il bovino da carne si è chiesto un piano di sviluppo e di portare i Fondi europei verso un maggior incremento della linea vacca vitello italiana, al fine di aumentare l’autoapprovvigionamento e favorire il presidio del territorio e delle aree marginali, a beneficio di una filiera che possa maggiormente ingrassare il prodotto nazionale. Si dovrebbe quindi riflettere sulla strutturazione del settore e dei centri di raccolta nelle aree dedicate alla produzione dei vitelli da ingrassare negli impianti specializzati.

-Per il settore ovicaprino si è posto l’accento, in primis, circa la preoccupazione sull’avanzamento dei nuovi sierotipi di Blue Tongue (febbre catarrale degli ovini), ma anche al problema dei grandi carnivori. Resta la necessità di favorire lo sviluppo della filiera sfruttando il punto di forza della caratteristica del sistema di allevamento prettamente estensivo, che lo contraddistingue e lo rende ben visto da parte dei consumatori, avendo una notevole importanza anche sulla salvaguardia di aree marginali. Si devono quindi monitorare gli effetti degli strumenti della PAC per il settore ed indirizzarne i fondi sullo sviluppo del settore ed il relativo aumento della produzione. Infine, da migliorare la rilevazione dei dati di mercato e per una ricerca accurata dei migliori sbocchi commerciali per le produzioni di lana (ad oggi un sottoprodotto), così come lo sviluppo di manodopera specializzata per le aziende ovicaprine.

-In merito al settore suinicolo si è anzitutto richiamata la difficile situazione legata all’espansione della Peste Suina Africana e, quindi, sulla necessità di attivare gli aiuti indiretti cofinanziati dall’UE. Da qui la necessità di istituire un tavolo permanente per discutere la loro attivazione e le tipologie di danni e costi da indennizzare, oltre agli approfondimenti sulle forme di incentivi creditizi da poter attivare. Il settore, inoltre, necessita di ampliare la possibilità di esportare il prodotto in nuovi mercati e di rafforzare quelli già presenti, con corrette politiche di promozione e mantenendo aperture con i mercati terzi.