L’ondata epidemica è in calo e l’obiettivo al momento è mantenere la Psa all’interno delle zone infette e non farla diffondere. I pilastri di questa azione di contenimento sono gli assi autostradali (A15 e A1), i varchi recintati che impediscano il transito dei cinghiali, azioni di depopolamento controllato e le biosicurezze e i controlli negli allevamenti. E’ quanto ha sostenuto il Commissario straordinario, nonché direttore generale alla sanità animale del Ministero della Salute, Giovanni Filippini, durante una audizione informale al Senato che ha visto riunite la nona e decima commissione.
La battaglia contro il virus, che ad oggi ha decimato circa 120mila capi, sta dando dei risultati positivi, sulla base dei quali il Commissario ha annunciato rassicuranti prospettive per il mercato: «Abbiamo ripreso l’export dei nostri prodotti stagionati con il Canada e stiamo riavviando i negoziati con il Giappone» ha detto. La ripresa dell’export si riferisce ai prodotti stagionati.
Filippini si è soffermato anche sui danni indiretti, derivati dalla mancata produzione, ricordando la richiesta perorata dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante l’ultimo Agrifish, di riattivazione della riserva di crisi, anche per far fronte ad Aviaria e Blue Tongue.
Tre le aree del Paese attualmente interessate dal virus : una al Nord (di cui fanno parte Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana), una in Campania (al confine con la Basilicata), un terzo in Calabria. Lo scorso settembre, dopo 40 anni, il virus è stato eradicato in Sardegna e soltanto due settimane fa nel comune di Roma e provincia.
Nonostante l’incoraggiante situazione epidemiologica, per Confagricoltura Veneto è necessario non abbassare la guardia. Il Presidente della Federazione Regionale, Lodovico Giustiniani e il presidente della Federazione nazionale di prodotto, Rudy Milani, hanno scritto agli assessori regionali alla Sanità, alla Caccia e all’Agricoltura per chiedere un aggiornamento sull’adozione delle misure di prevenzione nella nostra Regione. Quello che preoccupa particolarmente gli allevatori è soprattutto l’inefficace azione di controllo della popolazione di cinghiali, pericolosissimo vettore di trasmissione del virus.