In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando una pec ai contribuenti che hanno i requisiti per aderire al concordato preventivo biennale (CPB) e non vi hanno già aderito. Si ricorda che il CPB consiste nella possibilità di prefissare, per il biennio 2024-2025, il reddito da assoggettare a tassazione, così da mettersi al riparo da eventuali accertamenti da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Il calcolo del reddito “concordato” è effettuato con l’apposito software dell’Agenzia delle Entrate, in base ai dati dichiarati per gli anni 2021, 2022 e 2023. Possono accedere al CPB:

– i soggetti che calcolano il reddito “a bilancio” (la differenza tra ricavi e costi) e compilano il modello ISA nella dichiarazione dei redditi

– i contribuenti che applicano il regime forfettario di cui alla Legge n. 190/2014.

Ne sono escluse la maggior parte delle imprese agricole (perché tassate sui redditi catastali), gli agriturismi e le attività connesse in generale tassati in modo forfettario.

Per l’adesione al CPB devono essere compilati specifici riquadri nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2023, che doveva essere trasmessa entro il 31/10/2024. In seguito, con il Decreto Legge n. 167/2024, per i “contribuenti ISA” sono stati riaperti i termini per aderire al CPB, fino al 12 dicembre 2024, presentando una dichiarazione dei redditi integrativa.

Il numero dei contribuenti che ha aderito al CPB entro la scadenza originaria è esiguo (poco più di 400.000 su circa 2.600.000), soprattutto perché in molti casi risulta piuttosto oneroso  (il reddito concordato per gli anni 2024 e 2025 è molto più alto di quello dichiarato negli anni precedenti). Pertanto, l’Amministrazione Finanziaria ne sta promuovendo l’adesione anche attraverso l’invio di queste pec.