Dai giovani agricoltori dell’ANGA: regole nuove di mercato e tutela del nostro prodotto.

Gli allevatori stanno attraversando un periodo difficilissimo: da un lato la diffusione di notizie che hanno preoccupato i consumatori sull’utilizzo della carne insaccata, che lo stesso Oms dichiara che devono essere lette, come i dati relativi alla ricerca, in maniera prudenziale e in un contesto complessivo, e dall’altro la crisi del comparto lattiero-caseario.
Una riflessione amara e di largo respiro la fa il Presidente di Confagricoltura Treviso Lodovico Giustiniani che, da allevatore, bene conosce il comparto:

“ L’Italia ha abdicato alla zootecnia. Già nel passato il nostro Stato ha abbandonato importanti settori come la tabacchicoltura o la bieticoltura diventando, per quest’ultima, da Paese esportatore a importatore di zucchero.
Lo Stato ci deve dire, non a parole, ma con i fatti, se effettivamente vuole che in Italia ci sia ancora la zootecnia o meno. La permanenza di un settore, che è bene ricordarlo, è strategica per le eccellenze italiane e venete. Già due anni fa non c’è stato il coraggio di assumere decisioni forti con l’aiuto accoppiato, ora lo Stato deve attuare politiche forti di difesa e sostegno del settore.”

Al momento di inviare questo comunicato, la voce degli allevatori si fa sentire attraverso un presidio simbolico davanti allo stabilimento Lactalis – Galbani di Corteolona (Pavia). Questa manifestazione vuole essere un grido di allarme dell’intero settore che non ce la fa più stante la diminuzione del prezzo del latte e dell’aumento dei costi di produzione.
A fianco degli allevatori che vivono sulla loro pelle lo stato di crisi del settore, ci sono anche le nuove generazione che guardano con apprensione al loro futuro.

Coordinatore dei giovani agricoltori dell’ANGA è Piergiovanni Ferrarese che dal Presidio dichiara:

“Noi giovani crediamo ancora nella zootecnia, la passione per le nostre vacche ci porta a non arrenderci e a continuare a mungere in perdita, ma questo non potrà durare. Abbiamo esaminato il piano latte, ora ne attendiamo la vera esecuzione. L’azione politica non deve finire qui: va trovato il coraggio per determinare regole di mercato nuove. Ciò non significa controllare il mercato, oggi sempre più globale, ma significa determinare e regolare il come si produce e s’importa a casa nostra! Questo lo possiamo fare, va fatto. Regole che permettano l’ingresso di latte sicuro come il nostro, cosa che oggi non accade: importiamo tutti i giorni litri e litri di latte che non subisce i controlli cui è sottoposto il nostro.
Ma anche noi imprenditori possiamo fare qualcosa: noi giovani in primis! Incombe su noi l’onore e l’onere di rivedere il nostro modello aziendale anche con l’innovazione e con diversi processi di produzione. Aggregarsi non è facile, però è fondamentale per avere peso nelle trattative con i trasformatori. Oggi questo lo si può fare con uno strumento innovativo che è la Rete d’impresa. Vogliamo programmare il nostro futuro e pertanto chiediamo che anche la nostra voce sia sentita sui tavoli di confronto del prezzo del latte.”

 

In foto: i rappresentanti di Confagricoltura Ferrarese, Bonaldi e Bassani  nel luogo del presidio.