NEI GIORNI SCORSI IL CONSORZIO DEL PROSECCO HA RESO NOTO L’INTENZIONE DI STABILIZZARE UNA PARTE DELLE SUPERFICI VITATE DI GLERA “ATTINGIBILE” ATTRAVERSO LA LORO ISCRIZIONE ALLA DOC PROSECCO IN VIA DEFINITIVA.
Sulla base dei dati degli ultimi quattro anni risulta che la superficie mediamente utilizzata per l’attingimento sia stata di 6.000 ettari. Considerato il positivo andamento di mercato e i dati previsionali, il Consiglio della Doc Prosecco ha elaborato una proposta per iscrivere in via definitiva una parte della superficie di “Glera attingibile” ovverossia degli impianti ante 31/07/2018 e quelli cosiddetti equiparati, cioè realizzati successivamente a tale data, a fronte di una estirpazione di altre varietà, nel limite di un ettaro per azienda. Complessivamente tali superfici ammontano a 10.000 ettari di cui 7.800 ettari impianti ante 2018 ed ettari 2.200 equiparati.
Operativamente si tratterà di una assegnazione, presumibilmente preceduta da una manifestazione di interesse da parte delle aziende, che interesserà da subito ettari 3.000 mentre il provvedimento per i residui 3.000 ettari verrà adottato in costanza di andamento del mercato nelle campagne successive.
L’ipotesi attuale è che l’assegnazione della prima tranche di 3.000 ettari venga riservata alle aziende che risultano certificate nel 2024 biologico o SQNPI, le altre aziende, subordinatamente al raggiungimento degli standard ambientali fissati dal consorzio, potranno vedersi assegnata l’iscrizione definitiva con il secondo lotto. In aggiunta alle certificazioni BIO e SQNPI potrebbe essere considerata premiante la biodiversità collegata alla presenza di siepi e boschetti in prossimità dei vigneti.
La ripartizione della superficie fra le diverse aziende si basa sull’applicazione a scaglioni di una percentuale regressiva sulla superficie complessiva di Glera attingibile, presente in azienda ad una determinata data di riferimento; pertanto al crescere della superficie a Glera, diminuisce la percentuale di assegnazione; verrà inoltre posto un limite massimo di superficie che potrebbe essere dell’ordine di ettari 10. Su queste proposte il Consorzio dovrà ora aprire il confronto con le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, titolate all’adozione del provvedimento.