Meno stalle ma più strutturate, maggiori investimenti in innovazione e benessere animale con il risultato di standard qualitativi molto alti, che premiano il prodotto locale. Alla vigilia della Giornata mondiale del latte, che si celebra domani, Confagricoltura Belluno traccia una panoramica del settore, che sta vivendo un buon momento dopo anni difficili tra pandemia e guerra in Ucraina.
L’80% della produzione di latte vaccino in Italia è concentrata in quattro regioni: Lombardia 46%, Emilia Romagna 16%, Veneto 9% e Piemonte 9%. In Veneto gli allevamenti di vacche da latte sono 2.900, con oltre 260.000 capi che producono 10 milioni di quintali di latte annui, per un valore che supera i 500 milioni di euro. In Veneto più del 60% del latte è impiegato nella produzione di formaggi Dop, in primis Grana Padano e Asiago. Ma una buona quantità è dedicata al Montasio, al Piave, al Provolone Val Padana, al Monte Veronese e alla Casatella Trevigiana.
“Dobbiamo tutelare il settore lattiero caseario e l’oro bianco, che rappresenta una delle principali fonti di proteine nobili per una corretta alimentazione – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. L’Italia deve convincersi della necessità di garantire l’autosufficienza in un settore che resta strategico per l’agroalimentare, non solo per i consumi di latte che si mantengono ad alto livello, ma anche per la produzione di formaggi che creano un valore aggiunto importante. In questo momento le quotazioni si mantengono a 58 centesimi al litro, dopo l’accordo siglato a inizio anno con Italatte. Una buona remunerazione, che ci auguriamo venga mantenuta. I costi, schizzati alle stelle lo scorso anno con i rincari dell’energia elettrica, del gas e dei foraggi, sono in discesa, anche se non ancora abbastanza da garantirci la tranquillità. C’è qualche preoccupazione per la lieve flessione che si denota su alcuni mercati esteri, come quello statunitense, per quanto riguarda i formaggi, ma ci auguriamo che sia un fenomeno passeggero”.
Apprensione anche per il tempo incerto, che impedisce di procedere con i lavori agricoli. “A causa delle continue piogge non riusciamo a sfalciare i prati”, spiega Donazzolo. “Non sappiamo quando riusciremo a intervenire, se la situazione non cambia, anche perché poi dovremo aspettare che l’erba si asciughi. Ci sono problemi anche per le semine di mais, necessario per l’alimentazione animale, che sono state ritardate a causa del maltempo. Le piogge sono state preziose, dopo mesi di siccità, ma adesso è indispensabile che arrivi il caldo perché tutte le colture possano crescere e svilupparsi”. Nel Bellunese la produzione di latte annua si attesta su 52.774 tonnellate (dati Veneto Agricoltura 2021), di cui 21.137 tonnellate impiegate nella produzione di formaggi dop.