La Commissione Europea rinnoverà per altri 10 anni l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato. Una decisione obbligata, perché gli Stati membri non hanno raggiunto la maggioranza qualificata necessaria per rinnovare o respingere l’approvazione del glifosato durante una votazione presso il Comitato di appello.
A spiegarlo è la stessa Commissione Europea in una nota, sottolineando di essere “ora obbligata, in linea con la legislazione dell’UE e in assenza della maggioranza richiesta in entrambe le direzioni, ad adottare una decisione prima del 15 dicembre 2023, data in cui scade l’attuale periodo di approvazione”. La Commissione quindi, “sulla base di valutazioni approfondite sulla sicurezza effettuate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), insieme agli Stati membri dell’UE – procederà ora al rinnovo dell’approvazione del glifosato per un periodo di 10 anni, soggetto a determinate nuove condizioni e restrizioni. Queste restrizioni includono il divieto dell’uso pre-raccolta come essiccante e la necessità di determinate misure per proteggere gli organismi non bersaglio”.
Gli Stati membri, ricorda ancora la Commissione, sono responsabili dell’autorizzazione nazionale dei prodotti fitosanitari (PPP) contenenti glifosato “e continuano a poter limitarne l’uso a livello nazionale e regionale se lo ritengono necessario sulla base dell’esito delle valutazioni del rischio, in particolare tenendo conto della necessità di proteggere la biodiversità”.
Confagricoltura considera la decisione positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione.
La proposta ha fatto seguito alle conclusioni a cui è giunta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dopo un processo di valutazione che è iniziato nel 2019. Secondo l’EFSA, “non sono state individuate aree critiche di preoccupazione per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”. Nel corso di una audizione che si è svolta al Parlamento europeo a fine agosto, i rappresentanti dell’EFSA hanno dichiarato che quella sul glifosato è stata la valutazione più approfondita mai effettuata.
Dal canto suo, anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha sostenuto che “l’esame dei pericoli posti dal glifosato non soddisfa i criteri scientifici che ne giustifichino la classificazione come sostanza cancerogena”.
L’uso di prodotti chimici in agricoltura va ridotto, proseguendo un percorso che è già in atto da tempo ma gli agricoltori devono avere a disposizione valide alternative sul piano tecnico ed economico. Nella fase di grande incertezza che è in atto, anche l’impatto sul potenziale produttivo deve essere attentamente valutato.