ISPRA ha pubblicato il suo rapporto nazionale sui pesticidi nelle acque riferito agli anni 2015 e 2016. ISPRA raccoglie i dati a livello territoriale (regioni e province autonome) sia delle vendite di prodotti fitosanitari che delle analisi delle acque superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda i dati delle vendite, nel 2015 sono state pari 136.055 tonnellate (63.322 ton. di principi attivi). Tale dato di vendite, rapportato alla SAU totale italiana, evidenzia un uso medio per ettaro pari a 4,6 kg di prodotti fitosanitari, ma nettamente al di sopra di questo valore troviamo il Veneto con oltre 10 kg/ha, mentre Provincia di Trento, Campania ed Emilia-Romagna superano gli 8 kg/ha e Friuli-Venezia Giulia 7,6 kg/ha.
Per quanto riguarda invece i dati dei monitoraggi delle acque, nel biennio 2015-2016 c’è stato un incremento della copertura territoriale e della rappresentatività delle indagini, ma rimane ancora una disomogeneità fra le regioni del nord e quelle del centrosud, dove tuttora il monitoraggio è generalmente meno rappresentativo, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate.
Per quanto riguarda la situazione in Veneto, la rete di monitoraggio è composta da 166 punti nelle acque superficiali e 233 nelle sotterranee, nei quali sono state cercate 103 sostanze.
Nelle acque superficiali ci sono residui nel 91,0% dei punti, e sono state rinvenute 44 sostanze, le più frequenti sono metolaclor, terbutilazina, terbutilazina desetil e bentazone, tutti erbicidi.
Nelle acque sotterranee è invece stata riscontrata la presenza di residui nel 27,9% dei punti, in cui sono state rinvenute 13 sostanze: le più frequenti sono terbutilazina-desetil, ampa (metabolita del glifosate) e metolaclor, anche questi tutti erbicidi.
Il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale per 61 punti delle acque superficiali e in 10 punti delle acque sotterranee, nelle due mappe qui sotto sono evidenziati in rosso.
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