L’AGENZIA DELLE ENTRATE SCRIVE AI CONTRIBUENTI

In questi giorni alcuni contribuenti trovano nella casella pec una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate con cui si afferma che “è stato rilevato che la sua dichiarazione per l’anno 2023 indica un reddito derivante da attività d’impresa inferiore a quello dei dipendenti che lavorano nello stesso settore economico. Questo aspetto, in assenza di giustificazioni oggettive, può essere considerato anomalo”.

La comunicazione prosegue invitando a considerare la possibilità di presentare una dichiarazione dei redditi integrativa o di aderire al concordato preventivo biennale. La rilevazione dell’”anomalia” riguarda i redditi delle attività tassate “a bilancio” (cioè in base alla differenza tra ricavi e costi) dichiarati per importi esigui. Spesso si tratta di attività secondarie rispetto a quella agricola principale, quali: prestazioni di servizi contoterzi, commercio al dettaglio di fiori o piante ecc. La comunicazione dell’Agenzia non tiene conto della presenza di un’attività agricola tassata in base ai redditi catastali, che costituisce la fonte principale di reddito del contribuente. In questi casi al momento non serve fare niente di particolare.