La Legge di Bilancio è ancora in corso di approvazione, ma dalla lettura del Disegno di Legge possiamo già ricavare alcune informazioni sulle norme fiscali che probabilmente entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024.
Tra queste, una disposizione di particolare interesse per il settore agricolo è quella che riguarda l’Irpef sui redditi dominicale e agrario dei terreni. La Legge di Bilancio 2017 aveva introdotto un’esenzione temporanea per i redditi dei terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla relativa previdenza agricola. Questa esenzione era stata poi di anno in anno prorogata fino al 2023.
Nella versione provvisoria della prossima Legge di Bilancio, invece, l’esenzione non viene più riproposta e quindi dal 2024 anche coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali dovranno pagare l’Irpef sui redditi catastali dei terreni, che, si ricorda, devono essere rivalutati dell’80% (il reddito dominicale) e del 70% (il reddito agrario) rispetto ai valori risultanti dalle visure catastali e poi di un ulteriore 30%. Tuttavia, per questi soggetti sarà ancora applicabile l’art. 1 comma 512 della L. 228/2012. Si tratta dell’agevolazione che consiste nella non applicazione dell’ulteriore rivalutazione del 30%. Quindi, per tutti gli altri contribuenti, privi di queste qualifiche, nel calcolare l’Irpef dovuta i redditi catastali dei terreni devono essere aumentati dell’80% / 70% e poi di un ulteriore 30%.
Rimarrà in vigore nel 2024 l’agevolazione riservata a giovani coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali che non hanno ancora compiuto 40 anni, che prevede la non applicabilità della rivalutazione dell’80% e del 70%, in caso di terreni concessi in affitto per almeno 5 anni.
Visto l’andamento di mercato di molte produzioni agricole, Confagricoltura sta lavorando per cercare di ottenere un’ulteriore proroga dell’esenzione o, almeno, una graduale introduzione in modo tale da limitarne l’impatto.