Opportunità per la diversificazione del reddito degli agricoltori
Il Veneto, insieme alla Lombardia, concentra il 30,9% degli impianti fotovoltaici sul territorio nazionale. Al 31 dicembre 2023 erano 228.013 gli impianti installati nella regione, che la vedono seconda nella graduatoria nazionale dietro ai cugini lombardi, in testa a quota 264.823. In un anno il Veneto ha compiuto un balzo notevole nel settore, aggiungendo 48.924 impianti in più rispetto ai 179.089 del 2022. Un bel contributo al solare fotovoltaico italiano, che conta 1.597.447 impianti secondo i dati del Gse, il Gestore dei servizi energetici del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ma tutto il settore delle agroenergie vola, come spiega Nicola Mezzanato, presidente del settore Bioeconomia di Confagricoltura Veneto, titolare di un’azienda di bovini da carne e di un impianto a Porto Viro (Rovigo) che utilizza i reflui aziendali per la produzione di biogas. “Si tratta di una grande opportunità per la diversificazione del reddito per gli agricoltori – dice -. Innanzitutto, la realizzazione di impianti di biogas e fotovoltaici per la produzione di energia è una forma importante di integrazione al reddito. Inoltre, i fondi del Pnrr per l’agricoltura stimolano lo sviluppo tramite finanziamenti diversificati per la produzione di energia da fotovoltaico e biometano. Purtroppo, le tempistiche sono molto ristrette e sfruttare tutte le risorse messe a disposizione sarà una corsa contro il tempo. Gli investimenti da fare sono notevoli e non sempre alla portata del mondo agricolo, che vede arrivare nuovi operatori in loro sostituzione. Alcune iniziative per il nord Italia, però, sono già state utilizzate, come il bando agrisolare, i vari bandi per gli impianti per la produzione di biometano e il bando per gli impianti agrivoltaici”.
Il Veneto contribuisce (dati 2021 Regione) con il 6,5% di produzione da fonti di energia rinnovabili: 2.492 GWh/anno di idroelettrica, 2.539 di fotovoltaica, 1.800 da biomasse, 22 da eolica. “Le energie rinnovabili sono in crescita e sostituiranno sempre di più la produzione di energia da fonti fossili – assicura Mezzanato -. Un notevole impulso potrebbe arrivare dalle Cer, le Comunità energetiche rinnovabili, realtà che aggregano soggetti privati e pubblici con l’obiettivo di condividere energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Ottimo incentivo anche il decreto Fer2, che interessa soprattutto il finanziamento di impianti biogas fino a 300 kilowatt”. L’agricoltura può svolgere un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi del Pniec, il Piano energia e clima, “ma si deve fare in modo che gli agricoltori continuino ad essere una parte attiva della transizione energetica – rimarca Mezzanato -. Solo gli agricoltori hanno la capacità di presidiare il territorio, conoscendone tutti gli aspetti e le criticità, in modo da creare uno sviluppo armonioso. Sicuramente impianti di taglia medio piccola potrebbero rispondere meglio alle esigenze ambientali, senza creare criticità. Sarà molto importante sostenere le attività tradizionali, che rendono unici i nostri territori, con l’esigenza di essere sempre più sostenibili. Una sfida che il comparto ha già colto e sta portando avanti con successo”.