La dealcolizzazione totale e parziale è stata al centro della riunione organizzata dal MASAF il 23 maggio scorso, dove le categorie interessate sono state invitate ad esplicitare dubbi interpretativi o istanze da presentare alla Commissione UE, in vista della predisposizione di un documento di Domande e Risposte Q&A sull’argomento, nonché un’eventuale norma europea in materia.
Confagricoltura ha anzitutto evidenziato come sia necessario valutare attentamente l’opportunità o meno di una norma europea, visto il pericolo di accomunare il vino ad altre bevande a basso tenore alcolico, come sembra stia facendo la Commissione, che hanno pratiche di produzione non consentite al vino come, ad esempio, l’aggiunta di acqua e il blocco della fermentazione. Il MASAF ha riferito che occorre prendere atto che il nome “vino” associato al prodotto dealcolizzato è ormai previsto dalla normativa di base europea e non è in discussione a meno di una modifica del Reg. UE 1308/2013. Dal dibattito è emerso l’interesse di tutte le organizzazioni di valutare il processo solo per i vini comuni e non per i vini DOP o IGP.
Confagricoltura ha chiesto chiarimenti in merito alla destinazione dell’alcol prodotto dal processo di dealcolizzazione: denaturazione o utilizzo ai fini agricoli. Su questo aspetto Assodistil ha riferito di ritenere più utile per il settore che l’acquavite venga prodotta da distillazione di vino e non utilizzando l’alcol di origine agricola, per cui è da valutare la denaturazione dell’alcol derivato e la sua destinazione ai fini industriali. Il MASAF ha anticipato che organizzerà una riunione con l’Agenzia delle Dogane e ICQRF per chiarire questi aspetti ed approfondirà anche l’eventuale modifica da apportare alla Legge 238/2016 e al Testo Unico Accise.